giovedì 28 gennaio 2010

Il mio itinerario

Quello che segue è il mio programma di viaggio in Kenya. Se avrò la possibilità aggiornerò il blog dall'Africa. Un caro saluto

Day 1: 29th January 2010
Time Arrive at Jomo Kenyatta International Airport Nairobi
Time Fly to Eldoret (After baggage clearance)
Transfer to Kerio View Hotel
Have lunch and check in at the hotel
Relax and enjoy at the hotel
Dinner and overnight at Kerio View Hotel

Day 2: 30th January 2010
Time Breakfast at Hotel
Visit Lornah Kiplagat’s High Altitude Training Centre Iten
Lunch
Visit training camps in Kaptagat
Dinner and overnight at Kerio View Hotel

Day 3: 31st January 2010
Time Breakfast at the hotel
Depart for Maasai Mara National Reserve
Stop over for lunch in Nakuru at the Merica Hotel
Arrive at Maasai Mara and check in at Mara Explorer
Dinner and overnight at the Mara Explorer

Day 4: 01st February 2010
Time Morning game drive (or option of ballooning and bush breakfast at
guests own expense to be booked on previous night)
Lunch at the tented camp
Evening game drive
Dinner and Overnight at Mara Explorer

Day 5: 02nd February 2010
Time Breakfast
Transfer to airstrip for flight to Diani
Check in at hotel and lunch at Leopard Beach
Relax and enjoy at the beach
Dinner and overnight at Leopard Beach

Day 6: 03rd February 2010
Time Breakfast at Hotel
Transfer to Wasini Island
Visit Shimoni Caves
Dhow excursion (Dolphins) and Lunch at Wasini
Dinner and overnight at Leopard Beach

Day 7: 04th February 2010
Time Breakfast at Hotel
Check out from the hotel
Transfer to North Coast
Afternoon Visit Old town of Mombasa and Fort Jesus
Lunch at Jahazi Café
Visit to Haller Park
Transfer to Hotel for check in
Dinner and overnight at Sarova Whitesands

Day 8: 5th February 2010
Early transfer to MIAM for onward flight to Nairobi
Onward flight to Italy

domenica 17 gennaio 2010

Andrea + Andrea = Felicità

Ci sono giorni, non solo atleticamente parlando, che non nascono nel migliore dei modi, in cui le cose sembrano non andare per il verso giusto e si fa comunque una gran fatica a portarle a buon fine. Poi però, quasi per incanto, c’è un evento inaspettato ed inaspettabile, e forse proprio per questo ancora più gradito, che in un attimo, o poco più, riesce a mutare il corso delle circostanze, donando ad esse un sapore ed un gusto nuovo e, per certi versi, unico. Racchiuso in queste poche parole c’è la sintesi della mia domenica o, se vogliamo, dell’intero mio fine settimana. In questo week end ho fatto infatti una gran fatica a portare a termini i miei allenamenti e addirittura stamane sono dovuto rientrare ai box dopo appena una trentina di minuti corsi ad andatura blandissima. Sensazioni bruttissime, dolori su tutto il corpo e grande senso di spossatezza. Quasi fossi sotto l’effetto di una brutta influenza, ma senza il sintomo della febbre. Ho quindi pranzato e poi una lunga dormita. Risveglio verso le 17:30, in una condizione pietosa. Gran sonno e giramenti di testa, dovuti un po’ alla sonnolenza, un po’ alla debolezza. E poi? Poi l’evento che non ti aspetti, quello a cui non hai mai pensato e a cui non andresti a tendere con la tua mente! Una telefonata, bellissima e di una simpatia unica, di due ragazzi “matti” della nazionale di 100 km italiana: Andrea Bernabei ed Andrea Rigo. Non so bene dove fossero, né cosa stessero facendo, né cosa li pervadesse, so solo che con la loro “spontaneità” e giusta “stravaganza” hanno contribuito a risollevare il mio morale e con esso una giornata un po’ storta. Non sto qui a raccontare il contenuto del discorso, so solo che le loro parole sono state l’espressione di un’amicizia che può essere profonda anche se coltivata a tanti chilometri di distanza e se basata su pochissimi incontri annuali. Non è importante solo ciò che hanno saputo dire, ma il motivo per cui lo hanno detto. Non mi importa, o comunque cambierà poco la mia esistenza, se riusciranno a portare a termine o meno il loro intento, ciò che importa è lo spirito del quale sono animati ed il modo con cui testimoniano la loro volontà. Anche solo per questo li ringrazio, perché comunque sono stati capaci di rendermi un pochettino più felice in una giornata nata non proprio nel segno migliore.

lunedì 11 gennaio 2010

Cronemetrico e metereologico!

Mi spiace dirlo, ma non ce la faccio più. Credo di essere diventato una cosa sola con il mio tapis roulant. Passo più tempo con lui, che con chiunque altro, compresa Serena. Su 10 allenamenti, nell’ultimo periodo a causa delle condizioni meteo sfavorevoli, almeno 8 li devo correre in casa su questa macchina, si utile e indispensabile, ma comunque odiosa. Il tempo sembra trascorrere più lentamente di quanto corro all’aria aperta e, nonostante la televisione sia accesa davanti ai miei occhi, non riesco a distrarmi troppo dal guardare il display che indica ritmo, tempo e chilometri percorsi. Inevitabile diventa così fare il conto di quanto manca al termine dell’agonia. Fortunatamente a volte la condizione fisica buona mi aiuta a soffrire un po’ meno, ma in molti casi la sofferenza si fa sentire forte e la tentazione di scendere e lasciar perdere è davvero molto presente. Così come è successo sabato mattina. Venti minuti corsi con grossa difficoltà ad un ritmo modesto e blando, circa 12 km orari. Per quanto mi sforzassi non riuscivo in alcun modo a cambiare passo e ritrovare un po’ di grinta. Tutt’altro, la stanchezza aumentava così come il senso di nausea. Credo che in questi casi si possa e debba fare una sola cosa, avere più rispetto per il proprio organismo, abbracciare un po’ di buon senso, farsi coraggio e… lasciar perdere. Il riposo può solo far bene a quel recupero che il nostro fisico chiama a gran voce. Così domenica mattina mi sono trovato un po’ più fresco per il lavoro che mi aspettava. Di nuovo un medio variato, ma questa volta di 16 km (2 km con 500 m forti e 500 m piano, poi 4 km di medio, 2 x 1 km forte e 1 km piano, 4 km di medio ed infine 2 km con 500 m forti e 500 m piano). Giunto al decimo chilometro, il meteo che fino a quel momento mi aveva assistito, ha deciso di farmi un dispetto. Grossa grandinata accompagnata da vento gelido forte e contrario. Non mi è rimasto che riprendere la strada di casa, non ultimando il lavoro, ma facendo solo 14 km e tralasciando gli ultimi due. Alla fine ho chiuso in 48’46”, ad un ritmo di 3’29” precisi, molto simile a quello tenuto la domenica precedente. Che dire, andiamo avanti così con fiducia. Sperando non solo che migliori il tempo cronometrico, ma soprattutto quello meteorologico!

domenica 3 gennaio 2010

Va ancora meglio

Già da qualche giorno speravo che il sole tornasse alto nel cielo e non coperto da nuvoloni neri pronti a scaricare giù acqua a volontà. Sono state poche le giornate, durante le festività natalizie, in cui ho corso fuori casa. Per la maggior parte delle volte ho dovuto far invece ricorso al caro tapis roulant, vera fonte di salvezza per chi, come me, non ama correre sotto la pioggia e con il freddo. Quando capita dopo un lungo periodo di mal tempo, svegliandosi la mattina, di aprire la finestra e trovare il sole che irrora, con i suoi raggi, la nostra terra, tutto diventa più coinvolgente e pensare di correre estremamente più eccitante. E’ come risvegliarsi da un lungo letargo, ma con la differenza che i gesti, invece di essere più blandi, diventano più veloci e carichi di energia. Quello che è successo stamane è un po’ racchiuso in queste poche righe. Immaginavo già, avendo visto le previsioni meteo, che oggi sarebbe stata una giornata diversa dalle precedenti, ma di questi tempi è sempre meglio essere un po’ diffidenti. Gennaio di certo non è marzo, ma oramai con le stagioni non si ragiona più. Si alternano periodi fatti di una settimana, o giù di lì, in cui sembra di essere ad aprile, con temperature miti e tassi altissimi di umidità, a periodi in cui le temperature scendono repentinamente, arrivando di notte anche ai meno 5-7° C. Di giorno poi la situazione varia, ma non di moltissimo. Quando va bene si arriva a 4-5° C e correre non è davvero semplice. Oggi è stata una giornata, dal punto di vista del clima, ideale. La prima del nuovo anno. Ed allora come non approfittarne. Non farlo sarebbe stato un vero sacrilegio. Sono uscito verso le 12, ho iniziato con 5 km di riscaldamento e poi un po’ di ritmi, tanto per non perdere l’abitudine. Un bel medio variato, fatto di 2 km alternando 500 m forti e 500 m piano, poi 3 km di medio, 1 km forte e 1 km piano, poi di nuovo 3 km di medio e gli ultimi 2 km alternando 500 m forti e 500 m piano. Totale 12 km in 41’48”, con una media di 3’29”. Niente male, almeno per me. Era un bel po’ di tempo che non facevo qualcosa di simile e sono per questo ancora più soddisfatto. Poi se si considera che solo domenica scorsa ho corso la maratona, va ancora meglio.