lunedì 28 dicembre 2009

Dieci e lode

Non credo sia facile descrivere un sentimento, così come un’emozione. Bisogna essere dei bravi scrittori, ma questa dote non è cosa che mi appartiene. Non sono molte le cose che mi riescono bene nella vita, nonostante mi ostini a cimentarmi in esse. Ma ci sono attività che comunque sia riescono a smuovermi qualcosa dentro ed in maniera alquanto decisa. Inutile nascondersi, la corsa fa parte di queste. Certo non è sempre così ed a volte anch’io rischio di perderne il gusto. Presi dal tram tram della vita quotidiana, un normale allenamento può diventare quanto di più pesante ci possa essere, soprattutto se il cielo è cupo e viene giù, tra venti forti, acqua a volontà. O magari in piena estate se a farla da padrone è un sole da spaccare le pietre. Per fortuna però non è sempre così. Basta avere il coraggio di soffermarsi un attimo, riprendere il respiro e tuffarsi di nuovo, senza rimanere devastati dall’affanno. Sperando ovviamente che tutto vada per il meglio. Era un po’ di tempo che non correvo una maratona, più di quanto ne fosse passato dall’ultima ultra. La mia paura era quella di tutti coloro che, con una preparazione non mirata, si accingono a correre i 42,195 chilometri. Soffrire tremendamente e portare a casa solo delusione ed una maglia zuppa di sudore. Bene le cose non sono andate propriamente così. L’occasione la splendida maratona della costiera amalfitana, alla sua prima edizione. Un percorso tutto sali e scendi e dalle mille curve. Ovviamente contornato da panorami mozzafiato e paesi arroccati sui pendii in modo imprevedibile e quasi miracoloso. Tutto sembra precario, in ambiti ristretti trovi costantemente il mare, una strada e poche case di contorno. Non c’è spazio utilizzabile dall’uomo che sia lasciato libero. Ogni angolo è buono per poter essere sfruttato, magari anche solo come parcheggio. Tutto sembra animato da un caos calmo, non c’è trambusto, ma questa mancanza di superficie libera sembra alimentare, almeno in me, una certa agitazione interiore. Di certo non presente durante la gara. Lo scopo era quello di fare un buon allenamento, godendo di luoghi a me sconosciuti. Lo giuro, nonostante il risultato potrebbe far pensare diversamente, così è stato. Ho goduto fino in fondo il piacere della corsa senza mai essere ossessionato dal ritmo forsennato e dall’ansia del cronometro. Ho seguito l’istinto e con esso la voglia di divertirmi. E ci sono riuscito, davvero. Non sono arrivato al traguardo devastato, ma rigenerato dentro. Sento che gli allenamenti, benché non ancora mirati, stanno dando i loro frutti, ma soprattutto che senza la corsa perderei parte del mio sentire, sarei privato di un gesto che mi fa stare bene, in poche parole sarei diverso da quel che sono. Un’ultima considerazione, ieri è stata per me una giornata particolare, l’anniversario del mio matrimonio. Credo che quando si è predisposti al meglio, tutto appaia migliore. Ma non voglio credere che le emozioni positive che ho vissuto siano derivabili e riconducibili solo a questo. Va dato, invece, merito ed atto agli organizzatori che sono riusciti a creare, in un contesto quasi proibitivo, una manifestazione davvero splendida, da dieci e lode.

domenica 13 dicembre 2009

Il fiore più bello

Tante cose da dire e non sapere da dove iniziare. Forse una soluzione c’è. Partiamo da oggi ed andiamo a ritroso, ma velocemente. Stamattina gara ad Anguillara Sabazia, Trail dei Due Laghi, 21 km e qualche centinaia di metri su e giù per terreni sconnessi e fangosi, ma proprio per questo ancora più belli. Il mal tempo non è riuscito a rovinare la festa alla splendida manifestazione messa su dagli organizzatori. Tanti atleti, quasi 400 e tutti visibilmente soddisfatti al traguardo per aver portato a termine la grande fatica. Personalmente sono contentissimo di un secondo posto che tale non sarebbe dovuto essere. Ma non si è mai grandi abbastanza da conoscere bene il mondo, soprattutto quello della corsa ed in particolare di alcune persone che lo popolano. Fortunatamente la mia aspirazione è altro nella vita, non per tutti. Detto questo passiamo a venerdì. Grande festa al Grand Hotel Parco dei Principi a Roma per il 46esimo anniversario (almeno così mi sembra di ricordare) dell’Indipendenza del Kenia, con la partecipazione delle più alte cariche dello stato africano in Italia, compresa ovviamente l’ambasciatrice. Che cosa c’entravo io in tutto ciò? Semplice, dovevo ritirare il premio vinto alla scorsa edizione della Maratona di Roma come primo italiano, uno splendido viaggio in Kenia per due persone con visita ad Eldoret, l’altopiano in cui si allenano i più grandi maratoneti del mondo. Poi uno splendido safari nel Parco Masai Mara e per finire qualche giorno da trascorrere sulle splendide spiagge bagnate dalle acque cristalline dell’oceano Indiano. Lo confesso, in tanti anni di carriera non mi è mai capitato di vincere qualcosa del genere, ma come si dice “la fortuna aiuta gli audaci”. Martedì, il giorno della festa dell’Immacolata, ottima occasione per riprovare l’ebbrezza di un lungo attraverso i Monti che circondano Subiaco. 31 km in 2 ore e 30 minuti circa. Senza ritmi importanti, ma solo una bella passeggiata con salite e discese impegnative per rimettere un po’ sotto pressione il mio organismo, che dal Passatore non affrontava più nulla di simile. Infine, anche se avrebbe meritato tutt’altra considerazione e posizione, e quindi come dicono da altre parti “Last, but not least”, il week end trascorso a Torino per la gara Tuttadritta di 10 km che unisce piazza San Carlo alla residenza di caccia dei reali di Stupinigi. Detto che ho corso in 32’40” abbassando di circa 20 secondi il tempo fatto registrare alla Corri al Tiburtino sulla stessa distanza, c’è da raccontare la splendida accoglienza ed ospitalità messa su dagli organizzatori della gara, che sono poi gli stessi della Maratona di Torino. Quindi il presidente, nella persona di Luigi Chiabrera, e ai suoi due splendidi collaboratori Marco e Selena. Le giornate e gli attimi trascorsi insieme sono stati bellissimi, così come le emozioni provate. Fa bene allo spirito ed alla mente fare queste esperienze e sapere che l’atletica può e deve essere solo uno strumento per stare bene con se stessi e con gli altri. Purtroppo non tutti ne colgono il fiore più bello.

giovedì 10 dicembre 2009

Viaggio in Kenia!

Posso solo aggiungere un grazie infinito al Ministro del Turismo del Kenia ed agli organizzatori della Maratona di Roma. Grazie